Il contratto in psicoterapia

Il contratto in terapia: anche il percorso verso il proprio benessere deve avere un contratto?

Chi comincia un percorso di psicoterapia spesso lo fa in un momento particolare della propria vita, per un bisogno emergente o per qualcosa che si “trascina” da tempo e che ha trovato nell’oggi il tempo per essere affrontato.

Alcuni arrivano in studio pensando di trovare davanti a sé qualcuno che, in pochi incontri, rilascia la “ricetta”, la formula magica, la soluzione miracolosa a tutte le sua sofferenze.

E spesso la delusione del sentirsi dire che io non ho la soluzione pronta, e che nessun psicoterapeuta ce l’ha, è davvero tanta.

Ma allora che senso ha la mia professione? Cosa faccio io se non dare soluzioni?

In realtà il percorso di psicoterapia e giustappunto un percorso: il professionista accompagna la persona che sceglie di affidarsi a lui lungo un cammino che è la persona stessa a scegliere. Cosa voglio dire? Provo a spiegarmi con una metafora: il percorso di psicoterapia è un tragitto che deve portare la persona da un punto A ad un punto B. facciamo finta che il punto A sia la Stazione dei Treni e il punto B Casa della Nonna. La persona che si trova al punto A si rende conto di non avere gli strumenti per arrivare al punto B. allora cerca qualcuno che possa accompagnarlo e che può fornirgli il modo per arrivare alla meta. Lo psicoterapeuta in questo caso è come fosse il tassista della nostra metafora: il tassista mette a disposizione la sua auto (quindi gli strumenti che lo psicoterapeuta ha acquisito nel corso del tempo), la conoscenza della città (lo psicoterapeuta conosce i meccanismi di funzionamento della mente umana e delle sue connessioni con emozioni e percezioni), conosce anche le strade da evitare perché bloccate da lavori in corso (lo psicoterapeuta aiuta la persona ad evitare, durante il percorso, di fermarsi perché bloccato da trappole o alibi che la persona stessa si costruisce e si è costruito nel corso degli anni), il tassista “resta lì” in caso di fermata obbligata per traffico (lo psicoterapeuta non “abbandona” la persona ai suoi momenti di “fermo”. Resta lì, accanto, vicino, finchè necessario). Alla fine il tassista porta la persona lì dove voleva arrivare, è anche disposto a cambiare destinazione se durante il tragitto la persona cambia idea, così come lo psicoterapeuta porta la persona esattamente lì dove vuole arrivare, è disposto a fermarsi prima e far scendere dall’”auto” se gli viene chiesto, è disposto a cambiare obiettivo se la persona vuole fare questo e poi lascia andare, alla fine del percorso. Non resta per sempre con la persona: il percorso ha un inizio e una fine e questo è importante saperlo.

Il dove andare, la meta del viaggio, non può sceglierla il professionista.

La destinazione di un viaggio non può sceglierla il tassista.

Ognuno di noi è responsabile della scelta che fa rispetto alla destinazione e al senso che vuole dare alla propria vita.

Si può andare dallo psicoterapeuta anche perché non si sa che strada prendere e che senso dare ai propri giorni: ma già questa è una meta. L’obiettivo può essere quindi anche la scelta stessa del viaggio.

Ed ecco che torno al contratto: come in un accordo tra il dipendente e la sua azienda, lo psicoterapeuta e la persona che gli si affida si accordano su quale deve essere il percorso da intraprendere, quali tempistiche deve avere, quali strumenti devono essere messi a disposizione, quali obiettivi si vogliono raggiungere e in quali tempi, quali regole relazionali e formali è necessario rispettare, cosa resta implicito e scontato ma che è bene tenere a mente… Tutto quello che è necessario per percorrere la strada e per arrivare alla meta lo si esplicita, lo si chiede, lo si rende concreto e chiaro, così che poi ci si possa occupare solo dei contenuti e del processo che nella stanza di terapia avvengono.

La psicoterapia è un viaggio a volte breve, a volte lungo, spesso faticoso, che implica impegno e costanza, che ci fa scoprire parti di noi sconosciute a noi stessi, che ci porta a guardare alla strada percorsa fino ad oggi, che ci guida a dare valore ai passi di oggi, del Qui ed Ora. È un viaggio che piano piano ci sostiene nell’illuminare la strada e nel riuscire a vedere con più chiarezza il traguardo, imparando giorno dopo giorno a scegliere i passi da compiere, i tempi per farli, la direzione giusta per noi, senza condizionamenti, avendo come obiettivo ultimo quello di essere pienamente felici e soddisfatti dell’unica vita che abbiamo a disposizione oggi.

È un viaggio che tutti dovremmo compiere: il viaggio della scoperta di noi stessi e delle nostre potenzialità, della conquista del Potere sulla nostra vita e della responsabilità su di essa per far sì che sia ciò che noi vogliamo e desideriamo; un viaggio che porta alla vita piena e degna di essere vissuta.

Allora buon viaggio!

 

 

Dr.ssa Maddalena Genco

Psicologa e Psicoterapeuta – Spazio Kameie