EDUCARE AL CONSENSO
EDUCARE AL CONSENSO

Perché parlare di educazione al consenso?

Perché uno o una psicoterapeuta deve occuparsi di educazione al consenso?

In questo momento storico questo tema salta nelle pagine dei maggiori quotidiani come una grande carenza della società educante. Stiamo assistendo a scene nelle quali i ragazzi e gli adulti di oggi fanno fatica a stare in contatto con le proprie parti più buie e dolorose, lasciando che escano con atti spesso violenti e aggressivi.

Spesso nella stanza di terapia accade di dover entrare nei luoghi più scuri del proprio passato, entrare nelle proprie parti in ombra, illuminarle e trovare il modo di mettere ordine in quei luoghi dell’inconscio (che poi pian paino diventa conscio) che abbiamo chiuso a chiave perché troppo dolorosi.

Spesso in quei luoghi si trova la parte Bambina di ognuno di noi che ha subito torti, ingiustizie, umiliazioni, mancanze di rispetto. Non necessariamente maltrattamenti o violenze esplicite. Più spesso troviamo scene di non ascolto, di svalutazione o invalidazione. Scene nelle quali la parte Bambina si è sentita schiacciata, non compresa, non rispettata. E quella parte ha imparato a mettere a tacere se stessa, nascondendosi dietro una maschera di “si fa così”.

Nella stanza di terapia si torna a quella parte Bambina, dandole Qui ed Ora l’ascolto e la legittimazione che Là ed Allora non ha ricevuto.

E cosa stiamo facendo con i bambini di oggi? Con la nostra parte Bambina possiamo agire nella stanza di psicoterapia, ma abbiamo un grande potere di cambiare le cose con i bambini di oggi, che saranno gli adulti di domani.

Che adulto può essere la bambina o il bambino che ho davanti a me? E’ necessario che sia omologato o omologata a degli standard che la cultura in cui siamo inseriti impone (ad esempio un maschio che non prova emozioni, duro, insensibile, devoto al lavoro, forte e prepotente, che vince con la forza, che ottiene sempre quello che vuole con la violenza e la rabbia? Oppure una femmina dolce, sottomessa, devota alla famiglia, che mette i bisogni degli altri prima dei suoi?), un adulto o un’adulta compiacente e sottomesso/a agli schemi, oppure un adulto o un’adulta in contatto con se stesso/a, con i suoi valori, che abbia spirito critico, che metta in discussione gli ordini impartiti se ingiusti, che compia passi consapevoli per il proprio bene, nel rispetto di sè e degli altri intorno a sè?

Affinché gli adulti di domani non sottomettano coloro che considerano più fragili (e in questo rientra ogni minoranza) ma si pongano alla pari accanto ad ogni altro essere umano, sulla strada del bene comune è necessario educare al rispetto dei confini personali.

Educare al consenso, in un momento storico come quello attuale, è diventato prioritario per ogni bambino e bambina.

Per questo ho scelto di scrivere un albo illustrato per bambini di oggi e bambini di ieri, “Tokky, posso?”. Un albo con il quale insegnare ai bambini e a noi stessi gli strumenti per ascoltare e dare valore alle proprie percezioni, ai propri stati emotivi, ai propri pensieri.

Educare al consenso significa educare alla responsabilità delle proprie percezioni, emozioni, pensieri. Dare legittimità al sentire non significa validare le azioni conseguenti.

Educare al consenso significa rendere sempre più consapevoli i bambini, sin da subito, che sono padroni del proprio corpo, che nessuno (neanche i genitori) puó agire sul loro corpo in modo poco rispettoso.

Educare al consenso significa insegnare ai bambini che va bene chiedere aiuto, che è legittimo non farcela, che è permesso avere paura e che possono chiedere sostegno o supporto.

Educare al consenso significa anche insegnare ai bambini a chiedere a loro volta il permesso prima di toccare altri bambini o adulti. E anche i genitori hanno diritto a chiedere spazi e tempi personali ai propri figli. Dare il modello di “è il mio tempo e il mio spazio e voglio siano rispettati” sarà davvero prezioso per gli adulti che diventeranno.

Possiamo educare all’ascolto di sè per essere capaci di vero ascolto dell’altro.

Ci spetta un compito importante: educare gli adulti di domani. Ed educare la nostra parte Bambina che nel Là ed Allora non ha ricevuto risposte efficaci ai suoi bisogni.

Spero tu scelga di riflettere su questi temi anche utilizzando l’albo “Tokky, posso?”.