Burnout lavorativo
Il significato del termine Burnout deriva dalla denominazione stessa la cui traduzione significa letteralmente bruciato, esaurito. Il burnout, visto più da vicino, è una vera e propria sindrome che ha le sue più profonde radici nello stress e, più nello specifico, nello stress cronico che può arrivare a manifestarsi tra coloro che si trovano a dover lavorare per molte ore del giorno a contatto con il pubblico.
Ma fermiamoci un attimo. Se ti stai chiedendo se tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico sono soggetti esposti al burnout, la risposta è no. Infatti esso si manifesta solo quando questa categoria di lavoratori sono sottoposti a grandissimi carichi emotivi legati appunto a questa tipologia di lavoro, che si traducono poi in un vero e proprio esaurimento emotivo.
Il termine burnout è stato utilizzato per la prima volta nell’ambiente sportivo degli Anni ’30 e faceva riferimento agli atleti che nonostante i ripetuti sforzi ed allenamenti, a volte estenuanti, non riuscivano a raggiungere il successo a cui ambivano e di conseguenza, per l’eccessivo sforzo, si ritrovavano ad essere non solo stressati, ma anche non più performanti. Dopo gli Anni ‘30 il termine burnout cambia ambito e arriva nel mondo della psichiatria grazie a Christina Maslach, una psichiatra che definisce il burnout come una vera e propria sindrome causata da un rapido esaurimento, fisico ed emotivo, dovuto ad un eccessivo carico di lavoro soprattutto per le categorie che si occupano di altre persone. In particolar modo, se questi ultimi vivono una situazione di sofferenza.
Questo excursus ci porta fino ai giorni d’oggi, dove l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il burnout nella nuova Classificazione Internazionale delle Malattie definendolo non come una malattia a sé o una malattia mentale, ma come una sindrome vera e propria che ha comunque gravissime conseguenze fisiche, psicologiche, ma anche sociali per i soggetti che si trovano coinvolti.
Il burnout oggi si riferisce quindi soprattutto allo stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito efficacemente e che avrà delle conseguenze sulla salute del soggetto che ne soffre. Proprio come dicevamo all’inizio, tra i più colpiti dal burnout troviamo coloro che stanno per molte ore a contatto con le persone e quindi, con le loro esigenze, che si trovano quindi a dover essere sempre disponibili e abili a risolvere le problematiche per altri e a dover gestire stati emotivi altrui spesso molto intensi. Sono davvero tantissime le persone che possono incorrere in questa sindrome, e che non è possibile fare una catalogazione definitiva degli ambiti lavorativi che sono soggetti al burnout.
Quindi se dovessimo ricercare le cause che portano al burnout, possiamo affermare che vanno ricercate in tutte quelle situazioni di forte divario fra le richieste dell’ambiente lavorativo e le risorse proprie del lavoratore, che porterà inevitabilmente ad un grande consumo di energia della persona.
Ma quindi quali sono i fattori che portano al burnout?
Tra quelli più comuni troviamo innanzitutto il sovraccarico di lavoro e di conseguenza anche i turni; ma non solo: anche la scarsa gratificazione ed una retribuzione non adeguata sono fattori da non tralasciare assolutamente. Infine, possiamo ricercare altri fattori nel crollo del senso di appartenenza al gruppo, come anche l’impossibilità a partecipare alle decisioni, o anche la definizione di obiettivi irrealistici.
I sintomi del burnout sono simili a quelli ansiosi e depressivi, che a loro volta possono portare anche a disturbi del comportamento, e anche al consumo eccessivo di alcol, psicofarmaci e fumo.
Infine è bene ricordare che il burnout non apparirà all’improvviso, ma è la conseguenza di mesi e mesi di sofferenza che come dicevamo prima colpiscono l’energia della persona che, avendo oltrepassato il suo limite massimo di gestione della tensione, si sente prosciugata e incapace di recuperare le energie.
In base alle dimensioni maggiormente interessate si avrà una costellazione di sintomi diversi che purtroppo spesso danno inizio a un circolo vizioso, responsabile della caduta in una spirale che può concludersi con la perdita del lavoro. In conclusione, per prevenire e curare la sindrome da burnout è necessario un intervento organizzativo e individuale. È necessario imparare ad ascoltarsi e prendersi cura del proprio malessere, man mano che lo si percepisce. È necessario rispettare se stessi e il proprio modo di gestire l’energia e le risorse emotive a disposizione, dandosi il permesso di fermarsi e attuare strategie protettive.
Se pensi di vivere in un periodo di burnout, non trascurare te stess* e contatta un professionista che possa aiutarti a guardare te la situazione in modo nuovo.