Adolescenza: una sfida evolutiva
L’adolescenza è quella “terra di mezzo” che si frappone tra la pubertà e l’adultità. In questa fase di vita, il giovane si accinge ad affrontare un passaggio molto importante e delicato: scoprire e definire la propria identità di individuo all’interno di una società. Il giovane dovrà sperimentare gradualmente il proprio “potere personale”, scoprendone il potenziale, il limite e la responsabilità. Dovrà conquistare la propria autonomia, abbandonando gradualmente la condizione di dipendenza dalla famiglia di origine, e successivamente trovare il proprio posto nel mondo. Questo passaggio dura circa una decina di anni, dai 13 fino ai 23/25.
Ci si presenta a questo percorso con una cassetta degli attrezzi che si è formata sulla base delle vicende famigliari: la cultura della famiglia, la “propaganda” che è stata proposta, le spinte e i divieti imposti dai genitori. Questi fattori hanno certamente influenzato (a volte agevolando, a volte limitando) la spontanea inclinazione naturale del giovane, il quale si è così creato delle idee su sé stesso e sul mondo, sulla base degli esiti delle dinamiche famigliari intercorse. Ci si creano così delle credenze circa il proprio valore personale, circa il funzionamento delle relazioni tra le persone, e su come “girano le cose nel mondo”.
Giunto all’adolescenza, il giovane dovrà mettere a verifica questo bagaglio, questa eredità, e scoprirne non solo il livello di solidità, ma proprio il livello di “verità” del suddetto.
Il giovane elegge i coetanei a termine di paragone, e i modelli di riferimento non si trovano più all’interno della famiglia, ma vengo scelti all’esterno.
In questo processo verranno testate e definite la propria identità, il proprio genere, la propria sessualità, i propri orientamenti rispetto agli interessi ludici, ricreativi e professionali; si metterà alla prova il rapporto con il proprio corpo, si costruirà oltre all’immagine “personale” anche una immagine “sociale”, tutto questo per arrivare a diventare degli adulti sufficientemente definiti e centrati, inseriti all’interno di un contesto sociale.
In questa decade di sfide, ci possono essere molti ostacoli che arrivano ad essere veri e propri blocchi evolutivi, spesso definiti dal conflitto che vede da una parte le credenze personali e gli strumenti della propria cassetta degli attrezzi, e dall’altra le relazioni col mondo esterno e gli eventi della vita.
Il ruolo del terapeuta che sceglie di occuparsi di adolescenti e giovani adulti è quello di accompagnare e sostenere gli individui in questo processo di scoperta ed evoluzione.
Si tratta di creare una zona sicura, la stanza di terapia, all’interno della quale l’adolescente e il terapeuta creano le condizioni per mettere in discussione sé stesso, la famiglia di origine e il mondo esterno in maniera sana e costruttiva, dandosi nel tempo il permesso di ricentrare sé stesso sulla base del processo di scoperta del proprio Sé autentico.
Accompagnare, promuovere e sostenere l’emersione del vero Sé del giovane è uno dei più importanti compiti del terapeuta, il quale garantisce al giovane un porto sicuro cui tornare durante i cicli di sperimentazione e scoperta, e un solido supporto nella risoluzione dei conflitti interni ed esterni al giovane.