L’ansia in adolescenza
L’ansia in adolescenza

L’adolescenza è un mondo di passaggio, una sorta di “terra di mezzo” tra l’infanzia e l’adultità. È un periodo cruciale di vita, poiché il momento in cui i figli cominciano a “separarsi” dalla famiglia di origine allo scopo di scoprire chi sono e qual è il loro posto nel mondo.

In questa visione, l’adolescenza è una serie di sfide evolutive, attraverso le quali i giovani conquistano la propria identità, un passo alla volta. Questa esplorazione avviene sia all’interno di sé stessi sia all’esterno.

Quando un adolescente rivolge lo sguardo dentro sé stesso lo fa per scoprire qual è la propria natura, le proprie curiosità, le proprie inclinazioni; sperimenta sé stesso per capire quali sono gli strumenti che ha in dote, quali le potenzialità, e quali sono i propri limiti. Una scoperta di talenti e criticità, la scoperta delle innumerevoli possibilità della persona che può diventare.

Quando qualcosa ostacola questo processo si instaura un clima di tensione interna, di preoccupazione.

Quando il mondo esterno non consente all’adolescente di esplorare liberamente sé stesso, quando gli rivolge messaggi (espliciti o impliciti) rispetto all’adulto che “dovrebbe” diventare, quando preme sulla sua libertà con delle aspettative, che vengono percepite dall’adolescente come altamente stringenti, quella tensione cresce.

Quando la famiglia, la scuola, e la cultura sociale di appartenenza indicano uno standard da raggiungere, non solo in termini di prestazioni, ma quasi in termini di identità attesa, l’adolescenza non è più un percorso di crescita, espressione, fioritura, ma diventa un susseguirsi di compiti che da svolgere e di risultati da ottenere.

Così la curiosità della scoperta, della gioia, della sperimentazione, l’entusiasmo delle mille possibilità da esplorare diventano la preoccupazione di non riuscire a corrispondere le aspettative; di non riuscire a raggiungere il risultato che il mondo adulto si aspetta dall’adolescente.

L’ansia diventa così il clima emotivo (di paura) con cui l’adolescente può attraversare i suoi anni: l’ansia di non riuscire, di non raggiungere, di non risultare abbastanza agli occhi del mondo.

L’ansia assume però anche una forma che può essere altamente vitale: l’ansia che si prova quando si è a cavalcioni di una staccionata nel momento in cui si sta decidendo se uscire o meno dal recinto.

Ecco che l’ansia, allora, è quella tensione che si prova nel conflitto interno, tra abbandonare il recinto (che è un posto stringente, limitante, ma noto) e uscire ad esplorare un mondo esterno di cui non si sa nulla, correndo i rischi del caso, e magari scontentando anche gli adulti che vigilano su quel recinto.

Ecco che quella tensione allora diventa un segnale prezioso: quella sirena che suona quando in gioco c’è la libertà di diventare sé stessi, l’autenticità dell’essere (e diventare) ciò che si custodisce dentro di sé.

Come terapeuta sento la vocazione ad accompagnare i giovani che me lo chiedono in questo viaggio meraviglioso che è l’adolescenza, e sento di essere un grandissimo sostenitore e tifoso della loro autenticità. Che possa sempre emergere e dare frutti.

 

Dr. Alessio Girolo