Burnout Autistico
Burnout Autistico

Immagina di dover, sin da piccolə, nascondere il tuo modo di percepire il mondo e di relazionarti al mondo.

Immagina, che sin da piccolə, hai compreso che mostrare chi sei, le tue peculiarità sensoriali e relazionali, il tuo stile di pensiero, il tuo mondo emotivo, fosse pericoloso perché non compreso, perché “inadeguato” rispetto agli standard sociali del contesto in cui sei cresciutə.

Immagina che per proteggerti hai dovuto nascondere te stesso. E pian piano lo hai nascosto anche a te.

Un giorno però le sfide del contesto in cui sei diventano troppe. Gli stimoli (sensoriali, emotivi, relazionali, cognitivi) così tanti che niente riesce ad abbassare l’intensità della fatica che percepisci (e che sembra solo tua). Cerchi di resistere. Ti sforzi di dimostrare al mondo e a te che puoi farcela, come ce la fanno tutti (ma tutti chi, poi?).

E così ti “rompi”. La percezione che hai è proprio quella di rottura. Da quel crash nulla va’ come sempre. Nulla è più possibile.

Le tue capacità, le tue abilità, le tue competenze, prima presenti, spariscono del tutto.

Non riesci a parlare. Non riesci a muoverti. Non riesci a fare cose basilari.

Ti senti solo tanto stancə.

La spossatezza ti accompagna per giorni, riducendo le possibilità di vivere una quotidianità “normale”.

Cominciano a manifestarsi percezioni e comportamenti che ti spaventano. Gli stimoli sensoriali diventano improvvisamente più forti. La tua mente sa che sono gli stessi ma li percepisci comunque amplificati. Ti accorgi di dondolare, di muovere le mani, di “fissare il vuoto”. E prima non accadeva.

Arriva la paura. Il panico. Cosa sta accadendo?

Se sei una persona autistica, è probabile tu stia vivendo un momento di burnout, un burnout autistico. Gli effetti sul sistema nervoso sono gli stessi di un burnout lavorativo, ma amplificati (sul burnout lavorativo puoi leggere qui).

Se non sai di essere una persona autistica (ma sospetti tu possa esserlo), queste manifestazioni fisiche ed emotive possono essere confuse, soprattutto dalle persone intorno a te, come depressione. Ma tu senti che è qualcosa di diverso ed in effetti lo è.

Quello che sta accadendo è l’effetto di una vita di camuffamento, una vita in cui sei dovuto diventare altro da te, prendendo a modello standard relazionali della maggioranza neurotipici (molto probabilmente di persone specifiche nel corso della tua vita). Sei diventatə esattamente come quel modello che hai assunto come “adeguato” e “vincente”, e hai perso te, dimenticando chi sei in realtà.

Hai protetto la tua parte autentica sotto strati di maschere e di condizionamenti, via via più forti e più radicate. Fino ad oggi.

Il divieto ad essere ciò che sei, il messaggio che hai interiorizzato di “vali solo se il tuo comportamento rispetta la norma” ti ha portato a sentirti totalmente incapace di vivere la vita come facevi prima. Perché come facevi prima non era un modo rispettoso per te. Come facevi prima era estremamente sovraccaricante e doloroso, ma non avevi il permesso di sentire quel dolore, nessuno lo sentiva, quindi non era legittimo.

Come puoi occuparti di te adesso?

Se hai già una diagnosi di disturbo dello spettro autistico, puoi finalmente legittimarti chi sei. Imparare a conoscerti e trovare il modo di tutelarti. Togliere pian piano gli strati che hai costruito per proteggerti, sapendo di essere al sicuro (e distinguendo i contesti in cui essere chi sei non è sicuro, quindi scegliendo di interpretare il ruolo che hai sempre interpretato, ma questa volta in modo consapevole). E tornare alla parte autentica di te, nutrirla, darle riconoscimenti, proteggerla, assecondarla.

Se non hai ancora effettuato un percorso diagnostico, il mio consiglio è di provare a pensarci. Quale potrebbe essere il rischio? Se non sei autisticə, il tuo dolore resta legittimo e ha bisogno di una strada per essere accolto e “guarito”. Se il percorso diagnostico conferma il tuo dubbio, avrai trovato la risposta alle tante domande che fin da bambinə ti sei postə su di te. E potrebbe cominciare il percorso di scoperta di te e di rinascita (se vuoi consigli sul percorso diagnostico clicca qui).

 

Dott.sa Maddalena Genco