Modelli di genitorialità
Genitorialità: cos’è e quali sono i modelli
Quando si parla di genitorialità si fa riferimento ad un processo, molto dinamico, attraverso il quale si impara a diventare genitori capaci di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei figli.
Il tema della genitorialità è molto complesso perché, come ci sarà facile intuire, fare i genitori è davvero uno dei “mestieri” più complicati al mondo; se poi a questo aggiungiamo anche i cambiamenti sociali, la situazione diventa davvero complessa. Al contempo però, sappiamo bene che complesso non vuol dire impossibile.
Affinché sia possibile parlare di modelli di genitorialità è fondamentale dire che sono due gli elementi fondamentali che andranno a definire un modello rispetto ad un altro, ovvero il livello di supporto, ed il livello di controllo. Il primo che fa riferimento a tutto ciò che riguarda il sostegno, quindi la vicinanza emotiva e la disponibilità a soddisfare i bisogni dei figli, tutti fattori che andranno ad attivare dei processi che porteranno nel figlio all’affermazione del sé e all’autoregolazione.
Il secondo, invece, fa riferimento a tutte quelle “pressioni” che sono esercitate dai genitori sul figlio atte a stimolare nel figlio comportamenti “adeguati” socialmente e che di conseguenza andranno ad attivare tutti quei meccanismi di controllo e di supervisione. Ed è proprio dall’unione di questi due elementi, che è possibile stabilire ben quattro modelli educativi:
- Autorevole: è basato sullo stabilire delle regole ben precise che il figlio dovrà seguire. Potrebbe sembrare un modello dittatoriale, ma non lo è, in quanto il genitore che avrà dettato le regole potrà a sua volta variarle, dopo aver dialogato con il figlio, il quale avrà esposto diverse richieste o necessità. Non si tratta quindi di un “padre/madre padrone”, perché il genitore che decide di utilizzare questo modello educativo, è anche capace di mettersi in discussione. Inoltre questo tipo di genitore, sarà capace di insegnare al figlio molti valori, quali l’essere assertivo, socialmente responsabile, in grado di auto-regolarsi e cooperare con gli altri senza prevalere o sottomettersi;
- Autoritario: è basato sullo stabilire un controllo esterno piuttosto che sul riuscire a dare un insegnamento relativo all’autocontrollo e all’autoregolazione. In breve possiamo affermare che è un tipo di genitore che, al contrario del primo, non darà delle regole, e non suggerirà al figlio come gestire i propri comportamenti, e quindi ad identificare le conseguenze delle sue azioni. Si tratta di un genitore che non solo è molto esigente, ma che ha sul figlio delle aspettative altissime. Quindi, un bambino educato con questo stile, non sarà educato ad essere autonomo ed indipendente, anzi, crescerà come un essere passivo, da adulto anche nei confronti delle aspettative sociali;
- Permissivo/indulgente: è basato sull’avere delle aspettative davvero basse, soprattutto in merito all’autocontrollo ed alla maturità, nei confronti del figlio. In questo caso si tratta di un genitore che è in grado di soddisfare le richieste del figlio, in quanto è molto affettuoso, ma che non sarà in grado di dare regole, né modelli. Questo genitore infatti, non sarà assillante e farà davvero pochissime richieste al figlio, fattore che può essere davvero nocivo perché il figlio crescerà e si svilupperà senza un forte senso di auto-disciplina;
- Trascurante/rifiutante: è basato sulla capacità di soddisfare i bisogni primari del bambino, però senza mostrare nessun tipo di coinvolgimento a livello emozionale nella vita e nell’educazione del figlio. Questo genitore quindi, non sarà mai per il figlio un punto di riferimento, anzi, spesso si mostra nei suoi confronti molto indifferente, soprattutto quando si tratta di richieste. Ecco perché, un bambino cresciuto da questo tipo di genitore, avrà grande difficoltà a riuscire a mantenere comportamenti appropriati soprattutto nelle situazioni sociali.
Lo stile educativo che si sceglie come genitori spesso è lo stile educativo che abbiamo subito da bambini, quando eravamo figli. Stile educativo che non abbiamo mai sentito di poter mettere in discussione e che perpetuiamo senza spirito critico. Essere buoni genitori significa imparare prima di tutto ad essere persone migliori, trovando il modo pian piano di scegliere quali azioni compiere, avendo chiaro l’effetto che produrranno.
Spesso occorre un supporto nel percorso di genitorialità, con qualcuno che, in modo non giudicante, ci aiuti a mettere in luce le nostre fragilità e le nostre ferite, a prendercene cura così da essere modello sano e costruttivo per i nostri figli.